mercoledì 7 ottobre 2009

Omozombie



I film sugli zombi seguono tutti, più o meno, lo stesso schema consolidato. Si parte con il protagonista che pensa ai cavoli suoi e nemmeno sospetta della loro esistenza. Ma quasi subito c'è il primo incontro: la paura e l'incredulità di fronte alla creatura mostruosa. A questo punto una qualsiasi persona ragionevole penserebbe ad un caso isolato. Ma non è così. Non tardano a manifestarsi altre di queste spaventose creature. A questo punto, in genere, il protagonista si trova in una situazione di estremo pericolo, ma per fortuna un gruppo di sconosciuti riesce a tirarlo fuori dai guai, un attimo prima che le cose si mettano troppo male.
Il neo gruppo di sconosciuti, scampato il pericolo, riesce a confrontarsi con calma, ma nessuno sembra avere una pallida idea sull'origine di quelle creature. Tutti convengono che si tratta di esseri umani, o almeno qualcosa di simile. Il duro di turno suggerisce agli altri che “per seccare quei figli di puttana occorre sparargli alla testa”.
Il gruppo si fortifica in una casa o in un centro commerciale. Non sembra essere possibile stabilire contatti col mondo esterno, tutto tace. Le creature sopraggiungono ad ondate presso l'edificio dove sono i rifugiati.
Ogni tanto qualcuno ci lascia le penne.
Dopo giorni di assedio degli zombi, i personaggi del gruppo cominciano ad abituarsi a questa terribile situazione. Non che sperino di non uscirne fuori, ma semplicemente hanno raggiunto un grado di crudeltà sufficiente a fronteggiare quei mostri dall'aspetto così umano.
Tutto questo post perchè volevo arrivare a questo punto. Il protagonista, ormai ammazzazombi senza timori, si trova di fronte alla scena più terribile: una persona cara zombificata. E' incredulo... dovrebbe sparare per difendersi... ma non ce la fa. E' lei! Quella persona a cui è tanto legato! Non può sparare, anche se adesso è uno di quei mostri.
E' in una situazione molto simile che mi sento io, quando mi trovo di fronte una persona, per cui provo affetto e stima, e scopro, con mio sommo sconcerto, che è omofoba.