lunedì 6 dicembre 2010

La guerra in testa

Fino a che punto posso complicare le cose più semplici? Prendete ad esempio il sognare… I nostri sogni non dovrebbero inchinarsi a delle regole. Non c’è nulla di più libero e creativo del sognare! Invece, una sorta di sciocca lealtà al mondo reale mi obbliga a porre dei paletti anche a loro. Mi sento come un pollo o un pinguino, con le ali ma incapace di volare. Uno scherzo dell’evoluzione. Anzi, scommetto che se i polli iniziassero a battere le ali con convinzione, prima o poi gli allevatori sarebbero costretti a chiudere i tetti dei pollai! Sentirsi condizionati in una libertà fondamentale come il sognare è un brutto segno… Ti fa sentire sciocco. Se non mi conoscessi bene, direi di essere un tantino maniacale. Ma il vero problema è tutto il caos che c’è fuori dalla mia testa. Non mi sembra poi così strano il desiderio di affidarmi a delle regole, è un modo per non impazzire. La disciplina mi salverà.

Ok… Il mio show fa schifo! Si sono intrufolati dei topi sul palcoscenico. Il regista è ubriaco e non manda la pubblicità. Nel frattempo, c’è uno nel pubblico che minaccia gli altri con un mitra. Il sipario sta andando a fuoco e ormai non si può più chiudere. Ovviamente è tutto in diretta. Il cameraman stringe l’inquadratura su di me… E io faccio la cosa che mi riesce meglio: mantengo la calma e sorrido. Ma credetemi, in fondo il mio unico pensiero è “ma che cazzo!”.